Il restauro del 2000




Il Progetto Mosè, realizzato in occasione del restauro della Tomba di Giulio II, dal 1999 al 2003, è stato reso possibile grazie a una collaborazione tra il Ministero per i Beni e le Attività culturali e IGT.

Ben presto, il restauro si impose all'attenzione della comunità scientifica e della comunità degli appassionati d'arte come uno degli eventi più significativi del nuovo secolo nell'ambito della tutela del patrimonio artistico italiano.

 

Sul piano conservativo, sotto la guida di Michele Cordaro Direttore dell'ICR,  si realizzò la completa pulitura dei marmi che permise di vedere e comprendere non solo la bellezza delle singole statue ma anche di ripercorrere senza equivoci la storia costruttiva del monumento che si rivelò come il progetto forse più ambizioso e appassionato di Michelangelo, espressione di una forte e pericolosa devozione religiosa maturata in seno al gruppo degli “Spirituali” in cui fu introdotto da Vittoria Colonna. Sotto la guida scientifica di Ch. L. Frommel, direttore della Bibliotheca Hertziana di Roma e studioso dell’architettura rinascimentale, furono rimosse le tinteggiature scure dalle due campate laterali del monumento e dalla volta dove vennero alla luce i nastri colorati dipinti al tempo di Sisto IV della Rovere.

 

Fu rimossa la enorme tamponatura che impediva alla luce del Coro di avvolgere il monumento, trasformandolo da monumento a parete in monumento tridimensionale, grazie all'intuito di Michelangelo che anticipò così la poetica barocca affermatasi successivamente a Roma.